Progetto di valorizzazione per il recupero del rudere della chiesa di San Fortunato e per la sua destinazione a luogo di aggregazione sociale nel rispetto della memoria storica del sito.

La chiesa di San Fortunato di Pinaco Arafranca (Amatrice)
Il sito di proprietà della Parrocchia di Sant’Agostino di Amatrice, Diocesi di Rieti, abbandonato alla metà del Novecento in favore della nuova chiesa di Santa Maria Liberatrice, posta all’ingresso del villaggio, assume dopo il sisma del 2016 un nuovo valore, legato alla memoria e all’identità della comunità locale. Il terremoto che ha colpito il Centro Italia nel 2016 ha prodotto ulteriori gravi danni alla struttura, già pesantemente lesionata prima del sisma e invasa dalla vegetazione spontanea che la stava inghiottendo.

San Fortunato, la rimozione controllata delle macerie
Obiettivi del progetto
Il progetto, finanziato grazie al bando PNRR M1C3 – intervento 2.2 – Protezione e valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale, nasce con l’obiettivo di recuperare il rudere della chiesa, restituendole una nuova vita che ne preservi l’identità storica e, al tempo stesso, ne consenta un utilizzo ampio e versatile. L’intento è quello di creare uno spazio aperto e accogliente, capace di ospitare eventi, cerimonie, momenti di incontro e di riflessione, ma anche attività più informali, come la lettura di un libro o un semplice picnic.
Un aspetto fondamentale del progetto è il riutilizzo di tutti i materiali originali recuperati dalla struttura. Questa scelta risponde a una doppia esigenza: da un lato, salvaguardare e valorizzare gli elementi che per secoli hanno fatto parte della chiesa, mantenendo un forte legame con la sua storia; dall’altro, evitare il conferimento in discarica, promuovendo così la sostenibilità ambientale.
Attraverso questo approccio, il progetto non si limita alla conservazione fisica del bene, ma punta a intrecciare memoria e innovazione, offrendo alla comunità un luogo simbolico che guarda al futuro senza dimenticare il passato.
Attività svolte
Ricerca d’archivio e bibliografica
L’intervento è stato avviato con un’attenta indagine su fonti storiche e documentarie, fondamentale per ricostruire le vicende del sito e seguirne l’evoluzione attraverso i secoli. A questo si è affiancato un intenso lavoro di ascolto e confronto con la popolazione locale, in particolare con gli anziani del posto, la cui memoria storica ha offerto dettagli preziosi per ricostruire le fasi più recenti di utilizzo del bene.
Questo approccio ha permesso di integrare fonti scritte e orali, restituendo un quadro preliminare ricco e articolato, utile per orientare le successive indagini sul campo e le future fasi operative.
Valutazione iniziale e sopralluogo
Un’analisi approfondita dei resti della struttura ha guidato la definizione di un approccio operativo mirato, con particolare attenzione alla conservazione degli elementi di interesse storico-artistico. I numerosi sopralluoghi hanno inoltre permesso di valutare con cura la fruibilità e l’accessibilità del sito, ponendo le basi per un recupero che rispetti il valore storico del bene e, al tempo stesso, ne favorisca un utilizzo aperto e inclusivo.
Coordinamento delle operazioni
Il coordinamento delle operazioni ha richiesto un approccio articolato e multidisciplinare, con il coinvolgimento di professionisti provenienti da diversi ambiti. Archeologi, restauratori, tecnici e specialisti della logistica hanno lavorato in sinergia per garantire che ogni fase dell’intervento fosse pianificata e svolta nel rispetto delle esigenze del sito.
La gestione delle macerie è stata organizzata con precisione, prevedendo la selezione, la catalogazione e la messa in sicurezza dei materiali recuperati, in vista del loro riutilizzo. Questa attenzione al dettaglio ha permesso di preservare il valore storico del complesso, preparando il terreno per i futuri interventi di recupero e valorizzazione.

Con la progettista, Arch, Mariagrazia Fuggetta
Risultati
L’attività, avviata nel 2023 e tuttora in corso, ha preso il via da un sito completamente invaso dalla vegetazione, tanto che i resti della chiesa erano ormai invisibili. Il primo intervento è stato quindi dedicato alla pulizia dell’area dalla vegetazione infestante, riportando alla luce l’intero rudere e restituendogli una nuova leggibilità.
Successivamente, in accordo con la Soprintendenza competente, si è operato sulle murature superstiti per garantirne la stabilità e valorizzarne le peculiarità. Particolare attenzione è stata riservata all’arenaria con cui la chiesa, risalente al Cinquecento, era stata costruita: ogni porzione muraria è stata accuratamente pulita e consolidata, preservandone il carattere storico e architettonico.
I lavori in corso prevedono ulteriori interventi volti a rendere lo spazio pienamente fruibile e accogliente. È prevista la riqualificazione della pavimentazione e l’installazione di panchine e tavoli, trasformando l’area in un luogo di incontro e condivisione. A completare il progetto, verranno realizzati percorsi narrativi che racconteranno la storia della chiesa, della comunità di Pinaco Arafanca e del territorio amatriciano, anche attraverso l’uso di nuove tecnologie, per creare un dialogo tra memoria e innovazione.
Impatto
L’intervento ha avuto un impatto significativo sotto molteplici aspetti, intrecciando recupero storico, valorizzazione culturale e sostenibilità ambientale.
Dal punto di vista materiale, il progetto ha restituito visibilità e dignità a un sito che era stato quasi cancellato dalla vegetazione, preservandone le strutture originarie e garantendo la stabilità delle murature superstiti. L’utilizzo dei materiali recuperati ha inoltre ridotto l’impatto ambientale, evitando sprechi e limitando il conferimento in discarica.
Sul piano sociale, il progetto ha riattivato il legame tra la comunità e il suo patrimonio, coinvolgendo gli abitanti e valorizzando la memoria collettiva. L’attenzione alla fruibilità e all’accessibilità ha trasformato il sito in un luogo inclusivo, pensato per accogliere eventi, incontri e momenti di condivisione.
A livello culturale, il recupero ha aperto nuove prospettive di conoscenza grazie alle indagini archeologiche, che hanno arricchito la comprensione della storia del complesso e del territorio amatriciano. Le future installazioni multimediali e tecnologiche rafforzeranno ulteriormente questo legame, offrendo strumenti innovativi per raccontare e trasmettere la memoria del luogo.
Infine, l’impatto simbolico è profondo: il progetto rappresenta un segno concreto di cura e rinascita, restituendo alla comunità uno spazio in cui passato e futuro si incontrano, a testimonianza della capacità di ricostruire e valorizzare ciò che il tempo e gli eventi hanno trasformato.